LUCIANO ZANELLI

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RECENSIONI

Professor Carlo Savini, presidente dell’Accademia U.E.C.A.L. (Unione Europea dei Critici d’Arte e Lettere): “Decisamente un pittore figurativo che propone vedutismi paesaggistici con grandi effetti di gioco dei piani prospettici, con colori caldi e morbidi, con segni curati atti a ricreare la percezione visiva dell’ambiente ma con un’evidente trasfigurazione dettata dall’amore per ciò che ritrae e cioè i panorami campestri, marini e montani, architettonici di cascine ed edifici dei borghi della sua Garfagnana, della sua Toscana che dipinge con amore e nostalgia di un ambiente, di una terra che appartiene a lui quanto a tutti, italiani ed europei. Quella di Zanelli è una pittura prevalentemente tonale, con segni pennellistici accurati atti a riprodurre una sua visione trasfigurata di paesaggi vissuti ancor prima che riprodotti con tutta la sensazione di serenità che offrono.

 

 

 Artisti del Nostro Tempo Luciano Zanelli Quando i colori dell’anima raccontano la vita (Saggio Critico di Aldo Albani)

“Ho perduto la mia goccia di rugiada, dice il fiore al cielo mattutino che ha perduto le sue stelle” da uccelli migranti di Rabindranath Tagore.

 Luciano Zanelli è un artista mediterraneo dallo stampo antico. Avendo dunque provenienze remote, ha saputo concepire capitoli estetici intrisi di verità e di saggezza. Affermando ciò, alludiamo a quella sua onestà intellettuale, a quella sua alta propensione alla lealtà e soprattutto a quella sua sconfinata fantasia che hanno prodotto germogli espressivi di rilievo, conseguiti in lunghi anni di costante applicazione e di febbrile ricerca. Luciano sembra uscito dalle pagine del libro cuore a noi tanto caro, perché una volta incontrato diventa amico, compagno di viaggio, per sempre. E per quanto riguarda il nostro rapporto, ciò che ci lega ancora di più, è la nostra Garfagnana, ove entrambi abbiamo vissuto gli anni più belli della nostra esistenza. Stessi ricordi, stessa nostalgia, medesimo amore per la natura, per la gente semplice e laboriosa, per usi e costumi di un tempo non molto lontano, che ti formano il carattere, lasciandoti dentro una forza tale da vincere ogni avversità del destino, perché da quello che ci hanno tramandato gli avi, abbiamo imparato ad avere quel coraggio che rende invincibili. Così parlare a viso aperto di Luciano, commentando l’opera sua, è un compito arduo che comunque rinverdisce il cuore, perché con quel suo esemplare vissuto, con le vaste esperienze e con i tanti traguardi conseguiti sul campo, egli è riuscito a cogliere in pieno, il senso della vita, per poi offrircelo in dono, come vessillo di filosofia esistenziale, da meditare in silenzio. Quando lo abbiamo incontrato per la prima volta, a passeggio, fra i pittori della centralissima via Margutta, siamo entrati subito in perfetta sintonia, condividendo quelle indimenticabili memorie giovanili della nostra terra selvaggia e come noi, mai doma, all’ombra dei maestosi castagni, a tu per tu con gli scoiattoli del bosco, le aquile delle vette appenniniche e con le fole (favole) che ci raccontavano i nonni nelle gelide sere d’inverno davanti al camino acceso. Queste purissime realtà di costume culturale,rivivono ancora, fresche e vivaci, in “Ricordi di Vita”, uno scrigno di indelebili rimembranze, una fitta tessitura di immagini raccontate con la parola scritta o pure dipinte sulla tela, che ti fanno sentire libero come un cerbiatto. Lo scorso sabato 28 maggio nel tardo pomeriggio presso le accoglienti sale degli spazi espositivi Tornatora Art Gallery di via del Serafico in Roma Eur, alla presenza di un folto e qualificato pubblico di visitatori, abbiamo avuto l’onore di presentare quest’opera, unitamente ad una selezione di eccellenti dipinti che Luciano ha recentemente eseguito: assunti pittorici limpidi come sorgente e ricolmi di luci e di colori, impressioni visive tracciate con l’anima di attento osservatore che sa cogliere l’essenza iconografica di ogni panorama paesaggistico e di ogni alterna sequenza figurale prescelta a tema. Donde l’antica saggezza di questo profondo conoscitore delle Belle Arti e quella sua lodevole umiltà comportamentale che lo rendono unico. Perché la luminescenza pittorica di Luciano, quei suoi preziosi appunti di viaggio, concentrano il fuoco dell’indagine sulla trasparenza dei colori dell’arcobaleno, esaltandone ogni fragranza, fra tratteggi azzurri, violetti, bruni, aranci, rossi, elargiti con maestria di pennello ed immersi nella quiete di un’alba o nel tepore di un tramonto infuocato. Una rapida narrazione di lussureggianti campagne, di vigneti, di atmosfere paesaggistiche incontaminate, in un caleidoscopio impressionista con rimandi macchiaioli sino a lambire l’essenza metafisica del dettaglio, che in tal modo si eleva ad evento, abbracciando un’eterea poesia crepuscolare un barlume di serenità in questo nuovo millennio che ha smarrito la propria identità. Il tutto concentrato nella sublimazione intimista dell’anima nei confronti dell’Assoluto e a questo punto ci par giusto discorrere di un sentimento vero che insorge innanzi al miracolo sempre nuovo della vita che Luciano non dimenticherà mai.

 

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